Scritto da Marcello Cini
Temo che dovremo stare a lungo all’opposizione. E stare all’opposizione significa cogliere nel vivere quotidiano lo spunto per suscitare risposte collettive contro le infinite cose che non possiamo accettare.
Una di queste cose, che, come tutti sapete, mi ha coinvolto personalmente, è stata l’iniziativa presa dal rettore della Sapienza, in cerca di notorietà mediatica, di invitare il Papa all’inaugurazione dell’Anno accademico, con la caccia alle streghe che ne è seguita, scatenata contro coloro che ne avevano criticato il fine e le modalità.
Il nodo della questione era, come avrebbe dovuto essere chiaro a tutti, la contraddizione insita nell’avere affidato alla più alta Autorità religiosa dell’occidente il ruolo centrale e conclusivo della cerimonia laica più importante di una Università pubblica in una repubblica non confessionale. I fatti assumono, infatti, significati diversi in contesti diversi. Un invito al papa a visitare la Sapienza sganciato da ogni altra manifestazione avrebbe acquistato il valore di un omaggio all’autorità del visitatore e si sarebbe svolta in un clima di rispettoso ascolto delle sue parole, pronunciate, per così dire, dalla cattedra di Pietro. Ma questa cattedra non può essere confusa con una cattedra universitaria, Hanno, ovviamente, dignità e funzioni molto diverse, che non possono essere confuse tra loro come avrebbe invece preteso di fare il professor Ratzinger.
Occorre tuttavia domandarsi, per trarre insegnamento da questa lezione: qual’è il retroterra della spregiudicata escalation della Chiesa cattolica contro l’autonomia dello stato repubblicano alla quale assistiamo ogni giorno? Provo a fare due brevi considerazioni in proposito.
La prima riguarda la crisi della cultura della modernità. Non posso dilungarmi ma ne do per scontate le cause e le manifestazioni. Mi limito a constatare che a questa crisi non corrisponde la crescita di una cultura fondata su nuovi valori che consentano alla società di non farsi travolgere dalla mercificazione totale di ogni aspetto della vita individuale e collettiva, e di opporsi alle sue drammatiche conseguenze.
La seconda osservazione, strettamente legata alla prima, riguarda la scienza. Ho più volte sottolineato che con il passaggio dal XX al XXI secolo la scienza sta vivendo una svolta epocale. Il suo obiettivo principale è infatti passato dal dominio sulla materia inerte a quello sulla materia vivente e sulla mente umana. Con questa svolta la scienza e la tecnologia si trovano ad essere sempre più strettamente intrecciate e sempre più sottomesse alle leggi del mercato. La pratica dilagante della brevettazione di ogni organismo vivente e di ogni suo frammento ne è una testimonianza evidente. Una azione di contrasto dal basso di questa tendenza è dunque sempre più indispensabile.
Non solo. La svolta intervenuta nella scienza al passaggio di secolo implica anche necessariamente che si sta sgretolando la separazione tradizionale tra conoscenza ed etica. Una cosa è infatti manipolare, controllare, forgiare un oggetto fatto di materia inerte e altra cosa è compiere le stesse operazioni su un organismo vivente o addirittura sull'uomo.
In questo vuoto valoriale assistiamo anche al riavvicinamento di alcuni settori della cultura dell’occidente alle tradizioni e ai sentimenti religiosi e alle istituzioni che ne detengono la rappresentanza. Ma proprio per questo mi sembra miope e autolesionista che, in particolare nel nostro paese, gli eredi della cultura democratica e socialista si precipitino ad assecondare questa tendenza con atti di sottomissione nei confronti di una Chiesa cattolica che, come diceva Eugenio Scalfari, sta sempre più abbandonando il sacro per impegnarsi nel profano.
E’ una grande battaglia che ci attende. Non certo contro la religione – dio ce ne guardi, viene da dire con una battuta – ma contro l’espropriazione, che è da respingere, della sfera del sacro immanente nella profondità dei sentimenti e delle emozioni di ogni essere umano da parte di una istituzione che rivendica il monopolio della mediazione fra l’umano e il divino. Si tratta infatti di una appropriazione che ignora e svilisce le innumerevoli differenti forme storiche e geografiche di questa sfera così intima e delicata, senza rispetto per la dignità personale e l’integrità morale di ogni individuo, credente, agnostico o ateo che sia.
Colgo infine l’occasione, e ho finito, per accennare a un altro settore fondamentale nel quale occorre contrapporre, come reazione alla dilagante mercificazione di tutti i beni non tangibili, nuovi saperi e nuovi valori. E’ il settore delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Lo scontro che ormai da qualche anno ha contrapposto i sostenitori delle pratiche che vanno sotto il nome di open source (sorgente aperta) e di free software (software libero) alla filosofia di Bill Gates è diventato un conflitto mondiale tra opposte visioni del processo di produzione e di condivisione della conoscenza. Spero che qualcuno più autorevole e competente di me dell’associazione Net-Left, alla quale appartengo da tempo, abbia modo di illustrare meglio i suoi scopi e la sua attività.
Partito della Rifondazione Comunista Diamante
Questo blog è pubblicato dal Circolo PRC "25 Aprile" Diamante e Cirella.
Puoi lasciare commenti ai post nel rispetto della correttezza e dei dati sensibili.
Puoi lasciare commenti ai post nel rispetto della correttezza e dei dati sensibili.
14 febbraio 2008
4 febbraio 2008
29 gennaio 2008
APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

Erano passati pochi giorni dalla manifestazione di un milione di persone contro la guerra in Iraq che aveva concluso il Forum Sociale Europeo di Firenze, una delle più importanti esperienze di partecipazione democratica realizzate nel nostro paese.
La notte del 15 novembre 2002 venti persone che erano state fra gli organizzatori di quel Forum furono arrestate dai reparti speciali dei ROS e dei GOM. Ad altri cinque furono notificati gli arresti domiciliari. Quarantatre persone finirono indagate nel filone di inchiesta. Le irruzioni di uomini armati fino ai denti e con il volto coperto terrorizzarono molte famiglie a Cosenza, Napoli e Taranto.
Tredici persone furono rinviate a giudizio, accusate di aver voluto "sovvertire violentemente l'ordine economico costituito nello stato" per essere stati fra gli animatori delle grandi manifestazioni di popolo in occasione del vertice OCSE di Napoli e del G8 di Genova nel 2001.
Quel processo, iniziato il 2 dicembre 2004 presso la Corte di Assise di Cosenza, è alle sue battute finali. La requisitoria del Pubblico Ministero è prevista per il 24 gennaio, e poco dopo sarà emessa la sentenza.
Solo un mese fa il Tribunale di Genova ha comminato più di un secolo di carcere a ventiquattro manifestanti. Sono stati inflitti fino a 11 anni di carcere utilizzando reati da codice di guerra come l'accusa di "devastazione e saccheggio".
Al contrario, nessuno ha pagato per le inaudite violenze compiute dalle forze dell'ordine sui manifestanti a Genova, giudicate da Amnesty International la più grave violazione dei diritti umani in Europa dal dopoguerra.
Nessuno dei dirigenti responsabili ha dovuto rendere conto degli errori ed orrori commessi: al contrario, sono stati tutti promossi. I processi per la macelleria della Diaz e le torture a Bolzaneto si avviano alla prescrizione per decorrenza dei termini. L'omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato senza un processo. Il Parlamento ha respinto la richiesta di istituzione di una Commissione di Inchiesta. Al contrario, gli imputati di Cosenza rischiano pene severissime.
Ancora una volta c'è bisogno di difendere la dignità calpestata del nostro paese e le garanzie democratiche - nel sessantesimo della Costituzione. Una volta ancora bisogna pretendere verità e giustizia sui fatti di Genova, e difendere il diritto a costruire un "un altro mondo possibile".
Il nostro paese è pieno di lotte, vertenze nazionali e locali, resistenze e proposte per i diritti umani, sociali, civili, politici, ambientali, per la difesa dei beni comuni, contro la guerra e il riarmo. L'attivismo civile e la mobilitazione sociale dovrebbero essere considerati una risorsa di questo paese.
Al contrario, questi conflitti finiscono sotto processo e tante persone rischiano di vedersi rovinata la vita per il loro impegno sociale. Crediamo sia necessario allargare la riflessione, la solidarietà e l'iniziativa unitaria di fronte ai segnali di una deriva securitaria e repressiva contro ogni forma di diversità e di dissenso.
Agli imputati di Cosenza viene contestato di essere protagonisti attivi del movimento altermondialista e delle lotte per il cambiamento, attività che viene quindi considerata sovversiva e cospirativa.
Questo processo riguarda perciò fino in fondo tutti coloro che credono doveroso impegnarsi per una società e un pianeta più giusti e che vogliono per tutti e per tutte il diritto ad agire, ad opporsi, a praticare e vivere alternative.
E' tempo di tornare a Cosenza da ogni parte d'Italia, come facemmo il 23 novembre del 2002 protestando insieme a tutta la città.
Costruiamo insieme una nuova grande manifestazione a Cosenza sabato 2 febbraio per liberare chi è sotto processo da accuse inaccettabili.
DIFENDIAMO IL DIRITTO A VOLER CAMBIARE IL MONDO
Le adesioni collettive e individuali vanno inviate a: liberitutti@inventati.org
17 gennaio 2008
NESSUNA DELEGA PER MAGORNO DA PARTE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Il 27 dicembre alle 16:00, su invito esteso ai segretari dei partiti operanti in Diamante, il circolo di Rifondazione Comunista partecipava all'incontro con il sindaco Magorno di Diamante con una nutrita delegazione. La questione porto è una vicenda che ci sta molto a cuore per i risvolti ambientali, economici e sociali che la stessa ha comportato negli anni e partecipiamo all'incontro anche se forma e sostanza dell'iniziativa non si prospettano come le migliori possibili. L'intento è quello di capire come l'Amministrazione comunale, sindaco in testa, intendono muoversi nella vicenda, viste le dichiarazioni spesso contraddittorie che la stampa ha riportato nei giorni a cavallo dello sciopero della fame di Magorno.
PANORAMA GIUDIZIARIO
Nei giorni scorsi il Tar ha affrontato nel merito il ricorso presentato dalla ICAD Diamante Blu contro la bocciatura del megaporto da parte della Commissione Regionale alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La sentenza favorevole alla società ha sostanzialmente annullato il parere VIA della Commissione regionale, riportando l'aggiudicazione della gara, per la costruzione e gestione del porto di Diamante, alla fase di formulazione di un nuovo parere, si spera questa volta ancora negativo ma ben motivato. Nel frattempo giacciono in attesa di sentenza alcuni ricorsi che la ICAD Diamante Blu avrebbe proposto per sovvertire le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato sulla necessità di una valutazione d'impatto ambientale per un'opera di indubbia rilevanza, in piena zona d'interesse comunitario dal punto di vista della conservazione ambientale, in un ecosistema dai delicati equilibri idrodinamici della costa interessata.
PANORAMA POLITICO
Ricordiamo che il nostro partito ha partecipato attivamente a fianco delle sigle ambientaliste locali, per raggiungere questo risultato. Per rigettare l’idea del megaporto invasivo abbiamo raccolto centinaia di firme di cittadini informati che hanno supportato le ragioni della bocciatura presso la commissione VIA. Contemporaneamente però proponevamo l’unica alternativa praticabile: la realizzazione di un porto a misura di Diamante e direttamente nella disponibilità dei cittadini diamantesi.
RESOCONTO DELLA POSIZIONE DI RC ALL'INCONTRO CON IL SINDACO
Prima richiesta di RC è stata quella di capire se il Sindaco, quale rappresentante dell'amministrazione comunale, avesse un'idea di porto, in termini di impatto ambientale ed economico per la nostra cittadina; egli ha pilatescamente ribadito l'intenzione di accettare il responso futuro delle varie vicende giudiziarie, rifiutandosi di fornire un giudizio di merito sul progetto della società ICAD, ma rilevando esclusivamente la necessità di garantire al comune, ed ai privati che oggi operano sull'approdo esistente, un ruolo nella futura gestione della struttura. Probabilmente è più preoccupato di soddisfare clientele elettorali che del futuro del nostro territorio e della vivibilità del nostro habitat.
Abbiamo sottolineato la scarsa convenienza economica di quel progetto che affiderebbe alla ditta aggiudicataria non solo la costruzione ma anche la sua gestione totale per un periodo di almeno 70 anni. Addirittura alla gestione dello specchio d'acqua si potrebbe aggiungere, come dichiarato nella relazione di progetto, la concessione di tutti i locali inutilizzati, a disposizione del comune nella zona del porto, con la costituzione di fatto di un monopolio privato delle attività economiche che si creerebbero a servizio della struttura.
Abbiamo ribadito la necessità di guardare con attenzione ai fatti di Amantea, ai disastri ambientali e ai rischi di illegalità che con quell'approdo si sono realizzati, più che ad ipotetici volani di uno sviluppo inteso solo come consumo delle nostre risorse e incapacità di prospettare un futuro per le prossime generazioni. Diamante che ha già compromesso le sue bellezze naturali in collina, sta per pregiudicare anche la salvaguardia della sua costa e questo porterebbe solo ad un ulteriore depauperamento, non ad un arricchimento dei suoi concittadini.
Riguardo ai posti di lavoro poi ci sarebbe tanto da dire, di giovani e meno giovani che a Diamante e in Calabria aspettano posti di lavoro qualificati e consoni al loro grado di istruzione, di fronte ad un'offerta lavorativa di basso livello, assoggettata alla benevolenza di imprenditori privati e di politici, pronti a metterli alla corda alla prima difficoltà aziendale.
PROPOSTA SOSTITUTIVA
Il PRC, interpretando la volontà della maggior parte dei cittadini e dei villeggianti che il nostro comune ospita, si fa portavoce delle loro legittime aspirazioni nel volere da sempre un porto per Diamante, che sia il porto di Diamante, cioè adeguato nella struttura e nelle dimensioni alle esigenze locali. Ribadiamo, inoltre, la richiesta fatta in più occasioni e sedi, della ristrutturazione dell’approdo esistente con soldi esclusivamente pubblici, già oggetto di finanziamento e ammontanti a circa 4.000.000.000 delle vecchie lire, e che la stessa struttura resti di proprietà e gestione pubblica.
Si ritiene, pertanto, che l’unica soluzione possibile nel pieno rispetto dell’ambiente sia la ristrutturazione del molo esistente conservando le caratteristiche dimensionali e soddisfacendo le richieste diportistiche reali.
COSA ABBIAMO CHIESTO AL SINDACO
Per superare il passato e guardare al futuro, abbiamo chiesto di sostenere la volontà popolare suffragata dalla raccolta di firme del nostro partito. Facciamo nostra (della comunità diamantese) la proposta alternativa di Rifondazione Comunista per far valere le ragioni di una nostra convenienza ambientale, economica e sociale dalla sua realizzazione!
Lo abbiamo invitato a trasmettere alla Regione la richiesta di azzeramento dell'attuale commissione regionale alla VIA, per evidente incapacità nel formulare giudizi inoppugnabili da qualsiasi tribunale, e di crearne una nuova, avulsa dai carrozzoni politici e consona a principi di scientificità, per la formulazione di un giudizio di impatto ambientale che tenga conto non solo delle proposte tecniche (sicuramente importanti) ma anche dei risvolti sociali, economici ed antropologici di una struttura imponente quale quella che si vorrebbe realizzare.
Purtroppo l'incontro si è concluso con l'evidente volontà del Sindaco di raccogliere consensi paternalistici alle sue posizioni precostituite, piuttosto che partecipare con i presenti le determinazioni che avrebbe portato il giorno dopo al tavolo con la Regione Calabria.
PANORAMA GIUDIZIARIO
Nei giorni scorsi il Tar ha affrontato nel merito il ricorso presentato dalla ICAD Diamante Blu contro la bocciatura del megaporto da parte della Commissione Regionale alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La sentenza favorevole alla società ha sostanzialmente annullato il parere VIA della Commissione regionale, riportando l'aggiudicazione della gara, per la costruzione e gestione del porto di Diamante, alla fase di formulazione di un nuovo parere, si spera questa volta ancora negativo ma ben motivato. Nel frattempo giacciono in attesa di sentenza alcuni ricorsi che la ICAD Diamante Blu avrebbe proposto per sovvertire le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato sulla necessità di una valutazione d'impatto ambientale per un'opera di indubbia rilevanza, in piena zona d'interesse comunitario dal punto di vista della conservazione ambientale, in un ecosistema dai delicati equilibri idrodinamici della costa interessata.
PANORAMA POLITICO
Ricordiamo che il nostro partito ha partecipato attivamente a fianco delle sigle ambientaliste locali, per raggiungere questo risultato. Per rigettare l’idea del megaporto invasivo abbiamo raccolto centinaia di firme di cittadini informati che hanno supportato le ragioni della bocciatura presso la commissione VIA. Contemporaneamente però proponevamo l’unica alternativa praticabile: la realizzazione di un porto a misura di Diamante e direttamente nella disponibilità dei cittadini diamantesi.
RESOCONTO DELLA POSIZIONE DI RC ALL'INCONTRO CON IL SINDACO
Prima richiesta di RC è stata quella di capire se il Sindaco, quale rappresentante dell'amministrazione comunale, avesse un'idea di porto, in termini di impatto ambientale ed economico per la nostra cittadina; egli ha pilatescamente ribadito l'intenzione di accettare il responso futuro delle varie vicende giudiziarie, rifiutandosi di fornire un giudizio di merito sul progetto della società ICAD, ma rilevando esclusivamente la necessità di garantire al comune, ed ai privati che oggi operano sull'approdo esistente, un ruolo nella futura gestione della struttura. Probabilmente è più preoccupato di soddisfare clientele elettorali che del futuro del nostro territorio e della vivibilità del nostro habitat.
Abbiamo sottolineato la scarsa convenienza economica di quel progetto che affiderebbe alla ditta aggiudicataria non solo la costruzione ma anche la sua gestione totale per un periodo di almeno 70 anni. Addirittura alla gestione dello specchio d'acqua si potrebbe aggiungere, come dichiarato nella relazione di progetto, la concessione di tutti i locali inutilizzati, a disposizione del comune nella zona del porto, con la costituzione di fatto di un monopolio privato delle attività economiche che si creerebbero a servizio della struttura.
Abbiamo ribadito la necessità di guardare con attenzione ai fatti di Amantea, ai disastri ambientali e ai rischi di illegalità che con quell'approdo si sono realizzati, più che ad ipotetici volani di uno sviluppo inteso solo come consumo delle nostre risorse e incapacità di prospettare un futuro per le prossime generazioni. Diamante che ha già compromesso le sue bellezze naturali in collina, sta per pregiudicare anche la salvaguardia della sua costa e questo porterebbe solo ad un ulteriore depauperamento, non ad un arricchimento dei suoi concittadini.
Riguardo ai posti di lavoro poi ci sarebbe tanto da dire, di giovani e meno giovani che a Diamante e in Calabria aspettano posti di lavoro qualificati e consoni al loro grado di istruzione, di fronte ad un'offerta lavorativa di basso livello, assoggettata alla benevolenza di imprenditori privati e di politici, pronti a metterli alla corda alla prima difficoltà aziendale.
PROPOSTA SOSTITUTIVA
Il PRC, interpretando la volontà della maggior parte dei cittadini e dei villeggianti che il nostro comune ospita, si fa portavoce delle loro legittime aspirazioni nel volere da sempre un porto per Diamante, che sia il porto di Diamante, cioè adeguato nella struttura e nelle dimensioni alle esigenze locali. Ribadiamo, inoltre, la richiesta fatta in più occasioni e sedi, della ristrutturazione dell’approdo esistente con soldi esclusivamente pubblici, già oggetto di finanziamento e ammontanti a circa 4.000.000.000 delle vecchie lire, e che la stessa struttura resti di proprietà e gestione pubblica.
Si ritiene, pertanto, che l’unica soluzione possibile nel pieno rispetto dell’ambiente sia la ristrutturazione del molo esistente conservando le caratteristiche dimensionali e soddisfacendo le richieste diportistiche reali.
COSA ABBIAMO CHIESTO AL SINDACO
Per superare il passato e guardare al futuro, abbiamo chiesto di sostenere la volontà popolare suffragata dalla raccolta di firme del nostro partito. Facciamo nostra (della comunità diamantese) la proposta alternativa di Rifondazione Comunista per far valere le ragioni di una nostra convenienza ambientale, economica e sociale dalla sua realizzazione!
Lo abbiamo invitato a trasmettere alla Regione la richiesta di azzeramento dell'attuale commissione regionale alla VIA, per evidente incapacità nel formulare giudizi inoppugnabili da qualsiasi tribunale, e di crearne una nuova, avulsa dai carrozzoni politici e consona a principi di scientificità, per la formulazione di un giudizio di impatto ambientale che tenga conto non solo delle proposte tecniche (sicuramente importanti) ma anche dei risvolti sociali, economici ed antropologici di una struttura imponente quale quella che si vorrebbe realizzare.
Purtroppo l'incontro si è concluso con l'evidente volontà del Sindaco di raccogliere consensi paternalistici alle sue posizioni precostituite, piuttosto che partecipare con i presenti le determinazioni che avrebbe portato il giorno dopo al tavolo con la Regione Calabria.
24 novembre 2007
Opzione Rifiuti Zero
Vai al link su Sx-net
Con Paul Connet, professore di chimica all'università di New York, a Scalea si discuterà di gestione di rifiuti e tecniche di incenerimento in una pubblica assemblea che si terrà presso la Biblioteca comunale alle 17:00 del 29 novembre 2007.
CHI E’ PAUL CONNETT
Dott. Paul Connett professore di chimica Università St Lawrence Canton, NY 13617.
Il Dott. Paul Connett è professore di chimica alla St Lawrence University a Canton, New York, in cui ha insegnato per 15 anni. Ha ottenuto la laurea in scienze naturali all’università di Cambridge ed il suo Ph.D. in chimica all’università di Dartmouth negli Stati Uniti. Negli ultimi 14 anni ha studiato le problematiche della gestione dei rifiuti, con un’attenzione particolare ai pericoli derivanti dall’incenerimento ed alle alternative di non combustione più sicure e più sostenibili. Ha partecipato a numerosi congressi internazionali sulla diossina e con il suo collega Tom Webster ha presentato sei documenti a questi simposi, che successivamente sono stati pubblicati in Chemosphere. Ha condotto 1500 presentazioni pubbliche su queste edizioni in 48 stati degli USA ed altri 40 paesi. Con sua moglie Ellen pubblica il bollettino "Waste not" (Rifiuti zero) che è al suo dodicesimo anno di pubblicazione. Con Roger Bailey, professore di Belle Arti all’università St Lawrence, ha prodotto oltre 40 videotape sulla gestione dei rifiuti, sulla diossina e su altre situazioni ambientali.
Con Paul Connet, professore di chimica all'università di New York, a Scalea si discuterà di gestione di rifiuti e tecniche di incenerimento in una pubblica assemblea che si terrà presso la Biblioteca comunale alle 17:00 del 29 novembre 2007.
CHI E’ PAUL CONNETT
Dott. Paul Connett professore di chimica Università St Lawrence Canton, NY 13617.
Il Dott. Paul Connett è professore di chimica alla St Lawrence University a Canton, New York, in cui ha insegnato per 15 anni. Ha ottenuto la laurea in scienze naturali all’università di Cambridge ed il suo Ph.D. in chimica all’università di Dartmouth negli Stati Uniti. Negli ultimi 14 anni ha studiato le problematiche della gestione dei rifiuti, con un’attenzione particolare ai pericoli derivanti dall’incenerimento ed alle alternative di non combustione più sicure e più sostenibili. Ha partecipato a numerosi congressi internazionali sulla diossina e con il suo collega Tom Webster ha presentato sei documenti a questi simposi, che successivamente sono stati pubblicati in Chemosphere. Ha condotto 1500 presentazioni pubbliche su queste edizioni in 48 stati degli USA ed altri 40 paesi. Con sua moglie Ellen pubblica il bollettino "Waste not" (Rifiuti zero) che è al suo dodicesimo anno di pubblicazione. Con Roger Bailey, professore di Belle Arti all’università St Lawrence, ha prodotto oltre 40 videotape sulla gestione dei rifiuti, sulla diossina e su altre situazioni ambientali.
14 novembre 2007
2 novembre 2007
Iscriviti a:
Post (Atom)