Partito della Rifondazione Comunista Diamante

Questo blog è pubblicato dal Circolo PRC "25 Aprile" Diamante e Cirella.
Puoi lasciare commenti ai post nel rispetto della correttezza e dei dati sensibili.

24 luglio 2008

O.D.G. PORTO DI DIAMANTE approvato al congresso di Circolo di Diamante e al Congresso Federale a Cosenza

ORDINE DEL GIORNO DI CARATTERE LOCALE PRESENTATO AL CONGRESSO DI CIRCOLO DI DIAMANTE
PREMESSA
Le compagne e i compagni iscritte/i al circolo PRC “25 Aprile” di Diamante – Cirella, in occasione del VII Congresso del PRC, con l’approvazione del presente o.d.g. di carattere locale intendono sottoscrivere le seguenti osservazioni relativamente alla proposizione del progetto di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del Comune di Diamante (CS), in vista della valutazione del Nucleo VIA.
Valutando sommariamente l’opera che dovrebbe essere realizzata in seguito
all’approvazione del suddetto progetto portuale, essa risulta di rilevanti dimensioni e di forte impatto ambientale, assolutamente incompatibile con le peculiarità ambientali e paesaggistiche che caratterizzano il litorale che costeggia Diamante e tale da ostacolare lo sviluppo di una sana e virtuosa economia, compromettendo l’immagine e la stessa convivenza civile e democratica degli abitanti della cittadina.
VALUTAZIONE SOCIO-ECONOMICA
Il Partito della Rifondazione Comunista (d’ora innanzi PRC) rifiuta, da un punto di vista generale, l’idea ogni paese un porto, al punto che le idee programmatiche, sempre portate avanti dal PRC a livello locale, sono state, sono e saranno il rifiuto di una portualità irrazionale, di opere di qualità e quantità tale da alterare tutto l’equilibrio idrodinamico della costa calabrese, ed in particolare della costa tirrenico-cosentina tra le più pregiate e ad alto valore turistico-ambientale, dell’idea di depauperare le già scarse risorse economiche a disposizione dei nostri bilanci regionali e orientarle verso il finanziamento di opere invasive e inutili, incapaci di interpretare e di valorizzare il ruolo che la nostra regione deve rivestire nell’area mediterranea e in Europa.
Riguardo alla ricaduta in termini occupazionali, così come previsto dal progetto, la parte pubblica dell’investimento è cospicua rispetto al numero delle unità lavorative impiegate a regime (circa 25 unità). D’altronde una concessione della gestione del porto così grande per un periodo di 70 anni, a fronte di un esiguo investimento dei privati, comporta oltre all’impoverimento delle risorse territoriali anche quello delle entrate pubbliche.
VALUTAZIONE TECNICO-TURISTICO-AMBIENTALE
La realtà esistente a Diamante è particolare e degna di una specifica considerazione, essendo già esistente un piccolo molo che insiste su un’area degradata, interessata in tempi passati e recenti da interventi estemporanei, da soluzioni provvisorie ed efficienti solo per brevi periodi. Il molo sorge sotto il lungomare costruito negli anni ’70 con finanziamenti del Ministero dei Lavori Pubblici, in una superficie già abbondantemente cementificata ma comunque rispettosa, dal belvedere, dell’insenatura a sud della Punta Diamante e conservante, sottocosta, una scogliera di alto pregio paesaggistico. L’attività di pesca ad opera di locali insiste proprio su quest’area e beneficia di un habitat sostanzialmente integro, cui i cittadini e i turisti di Diamante sono particolarmente affezionati.
Riguardo all’impatto dell’opera proposta, si osserva che :
  1. la struttura prevista dal progetto avrebbe, sull’area lungo la linea di costa, uno sviluppo tale, in lunghezza (molo di lunghezza pari a m 390) ed in altezza, da precludere completamente la vista dal mare dell’antico borgo di Diamante e del tratto di lungomare;
  2. i medesimi moli ed edifici previsti dal progetto, costituendo un “continuum” costruito lungo tutto lo sviluppo dell’area di intervento, non potranno non avere un impatto fortemente negativo sulla visione della linea di costa dal mare, impatto non mitigabile con i “modesti interventi” prescritti in sede di riunione di concordamento presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si ritiene pertanto che il progetto in questione sia del tutto contrastante con il vincolo paesaggistico esistente nell’area, ex D.M. del 26 marzo 1970, per evidente contraddittorietà con le motivazioni dello stesso.
In relazione all’aspetto urbanistico, il progetto presentato è in contrasto con il PRG di Diamante approvato nel 1998, ove è stato previsto un porto di dimensioni più contenute: manca a riguardo la necessaria variante allo strumento urbanistico! Per quanto concerne le opere a mare (nuovo porto da circa 420 posti barca, con annessi servizi), prevede un considerevole aumento del carico insediativo sull’area prospiciente il centro storico di Diamante, vale a dire un grande progetto di estensione totale di circa 50.000 mq di cui 29.800 di specchio acqueo, all’interno del quale si rinvengono strutture di cemento.
Il progetto degli interventi a mare prevede circa 420 posti barca, il che corrisponde ad un carico senz’altro non indifferente; a ciò è, ovviamente, da aggiungere l’ulteriore notevole carico insediativo legato all’intervento “terrestre”. L’opera occupa complessivamente circa 5 Ha senza avere a disposizione una superficie a terra di quantità proporzionalmente sufficiente allo specchio acqueo racchiuso. Infatti gli spazi a terra intorno all’area portuale sono saturi e abbondantemente urbanizzati, mancano aree di sosta necessarie alla ricettività turistica, la strada di accesso attuale è insufficiente a sostenere la viabilità portuale. Considerevole è anche l’inquinamento acustico e ambientale vista l’attiguità all’abitato del nucleo storico.
La Commissione VIA valuterà, pertanto, la costruzione di una struttura della quale si è dimostrata l'incompatibilità, tanto per lo scempio e la distruzione della natura costituita dalla scogliera che caratterizza il luogo, quanto per le particolari condizioni delle aree di insediamento che hanno ormai esaurito la "capacità di carico" ovvero non consentono, a causa della loro peculiare natura e/o destinazione, la localizzazione di complessi portuali imponenti come quello in questione. Quanto sopra precisato ha trovato conferma nelle determinazioni e nei pareri espressi dalle autorità interessate alla salvaguardia del paesaggio e delle bellezze naturali (Soprintendenza ai BAAAS della Calabria-Cosenza, Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Infatti, dopo un’attenta analisi degli aspetti che caratterizzano il progetto relativo al porto di Diamante non si è esitato minimamente a non condividere l’opera portuale, esprimendo pareri contrari volti ad evitare disastri ambientali e fenomeni erosivi della costa, che una volta verificatisi andrebbero a compromettere seriamente l’equilibrio ambientale del litorale. La Soprintendenza ai BAAAS della Calabria-Cosenza, nel parere espresso, evidenzia: “il progetto di cui trattasi si pone in maniera ancora più drasticamente invasiva di quel tratto di costa e negativamente impattante, sia rivisto da mare che se visto dall’abitato e dalla costa”. Il dissenso alla realizzazione dell’opera lo ha espresso anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nella nota prot. N.4364, ove ha sottolineato: “...si ritiene che il parere espresso dalla Soprintendenza di Cosenza sia condivisibile in quanto le opere previste, potrebbero se realizzate, determinare un forte impatto in un contesto ambientalmente ben determinato, oltre a procurare, un fenomeno preoccupante di erosione della costa”.
L’analisi delle alternative progettuali è chiaramente carente perché parziale. La necessità di realizzazione dell’opera è evidentemente tagliata non sulle esigenze del territorio ma della società proponente. Si parte dall’evidenza che il molo attuale è insicuro per bocciare la realizzazione di un porto delle dimensioni di quello attuale, come se lo stesso dovesse essere “realizzato con le caratteristiche di quello precedente”. Ovvio che se si realizzasse un molo foraneo di sopraflutto come l’esistente “non può opporre alcuna resistenza alle condizioni usuali del moto ondoso caratteristico”.
È evidente, altresì, che un porto delle dimensioni di quello attuale, realizzato con criteri non precari come quello esistente, sarebbe persino più resistente di uno di dimensioni maggiori, a parità di struttura. L’omissione di questa valutazione da parte della società proponente nasconde la colpevole volontà di non considerare tutte le opzioni, compresa l’opzione zero. Questa omissione viene coperta da una considerazione non pertinente all’analisi delle alternative, quale quella di una risposta alle aspettative di una supposta esigenza di un turismo nautico, ancora tutta da dimostrare.
PROPOSTA SOSTITUTIVA
Il PRC, interpretando la volontà della maggior parte dei cittadini, delle associazioni ambientaliste che hanno proposto opposizioni al progetto e dei villeggianti che il nostro comune ospita, si fa portavoce delle loro legittime aspirazioni nel volere da sempre un porto per Diamante, che sia il porto di Diamante, cioè adeguato nella struttura e nelle dimensioni alle esigenze locali.
Ribadiamo, inoltre, la richiesta fatta in più occasioni e sedi, della ristrutturazione dell’approdo esistente con soldi esclusivamente pubblici, già oggetto di finanziamento e ammontanti a circa 4.000.000.000 delle vecchie lire, e che la stessa struttura resti di proprietà e gestione pubblica.
E’ facile riscontrare che il progetto proposto non si limita ad una semplice ristrutturazione del molo esistente, ma si assiste ad una brutale cementificazione finalizzata alla costruzione di una NUOVA MEGASTRUTTURA, di dimensioni dichiaratamente sovrabbondanti del bacino portuale rispetto a quanto riportato nello stesso progetto pilota. Non a caso si evidenzia che la bocciatura degli Enti preposti alla tutela sia stata partorita dalle considerazioni dei gravi fenomeni erosivi di quel tratto di costa.
Si ritiene, pertanto, che l’unica soluzione possibile nel pieno rispetto dell’ambiente sia la ristrutturazione del molo esistente conservando le caratteristiche dimensionali e soddisfacendo le richieste diportistiche reali. In effetti, sarebbe superfluo e sacrificante permettere la costruzione di un ECOMOSTRO quando a circa otto chilometri da Diamante, esattamente a Belvedere Marittimo (CS), esiste una realtà portuale già consolidata (Riva di Scidro) con struttura realizzata per accogliere circa 300 posti barca ma che a pieno regime ne ospita circa 150, e ancora, a circa 20 km, vi è il porto di Cetraro, anch’esso di grosse dimensioni rispetto al bacino di utenza che usufruisce dei servizi portuali. La suddetta opera di Diamante insiste, quindi, in un’area in cui è prevista una sciagurata stagione di portualità diffusa (anche nei comuni di Scalea e Paola si portano avanti proposte di megastrutture fortemente impattanti) e non, come citato nello studio in oggetto, in assenza di altri progetti.
Anche il TAR di Catanzaro, nel giudizio d’annullamento del decreto d’aggiudicazione definitiva dell’opera, nel recepire la giurisprudenza Comunitaria in materia di Valutazione d’Impatto ambientale e nell’accogliere il ricorso del WWF Italia avallando la giurisprudenza citata, ha effettivamente rilevato l’immensità della struttura nonché il notevole impatto ambientale che determinerebbe. Al riguardo ha evidenziato: ”Il porto progettato è invece una struttura di grande complessità, che impegna un’area della superficie di circa 36.000 mq e che consente l’ormeggio di un numero assai alto di natanti” ed ancora “L’imponente struttura, peraltro, si inserisce in un contesto caratterizzato da equilibri alquanto delicati, se solo si considerano le risultanze degli studi sull’erosione costiera della costa in questione, prodotti dalla ricorrente e tratti dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Calabria”, (sent.TAR Catanzaro n. 1359/2004). Sentenza confermata dal Consiglio di Stato (Cons. di Stato N.3913/2005) che ha corroborato quanto statuito dal TAR di Catanzaro riguardo alla complessità dell’opera che andrebbe ad insediarsi in un complesso ben definito e alquanto delicato caratterizzato da rare bellezze naturalistiche ed ambientali, confermando l’annullamento del decreto di aggiudicazione definitiva.
CONCLUSIONI
Per le sopra elencate ragioni, i sottoscrittori del presente o.d.g. chiedono al Nucleo VIA che sul progetto in questione sia espresso IL PARERE DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE NEGATIVO.
Il PRC, inoltre, auspica e si impegna nelle sedi politiche competenti, affinché si possa reindirizzare l’investimento pubblico coinvolto nell’opera in questione per la progettazione e la costruzione di una struttura meno invasiva, finanziata con soldi esclusivamente pubblici, che permangono comunque nella disponibilità del Comune di Diamante fino all’anno 2008 e ammontano a circa 4 miliardi delle vecchie lire, la quale struttura, gestita dall’ente Comune di Diamante, sarebbe compatibile con le esigenze di mantenimento dell’equilibrio socio-economico-ambientale della cittadina tirrenica.
Diamante 1 luglio 2008

Odg sull'Isola di Cirella approvato nel congresso di Circolo a Diamante e di Federazione a Cosenza

ORDINE DEL GIORNO DI CARATTERE LOCALE APPROVATO AL CONGRESSO DI CIRCOLO DI DIAMANTE E AL CONGRESSO FEDERALE

PREMESSA
Le compagne e i compagni iscritte/i al circolo PRC “25 Aprile” di Diamante – Cirella, in occasione del VII Congresso del PRC, con l’approvazione del presente o.d.g. di carattere locale intendono sottoscrivere le seguenti proposte relativamente al transito dei natanti nei pressi dell’isola di Cirella.
DESCRIZIONE DELL’AREA
L'Isola, all’interno del Parco Marino Riviera dei Cedri, è un'area di notevole interesse paesaggistico calabrese in un tratto di costa in cui sono comprese numerose scogliere che rappresentano dei luoghi naturali fra i più suggestivi della Calabria, una delle due uniche isole della Calabria con l’Isola di Dino di Praia a mare. Le formazioni rocciose, antecedenti al Miocene, che la caratterizzano assumono un aspetto molto frammentato, sono dislocate caoticamente e soggette ad intensa alterazione, con fenomeni erosivi molto intensi soggetti a crollo. Gli studi condotti in campo botanico hanno ulteriormente messo in evidenza il notevole valore naturalistico dell'area. E' stata riscontrata infatti la presenza di specie di particolare importanza in quanto non comuni in Calabria e con pericolo di estinzione come ad esempio la "Juniperus phoenicea", la "Anthyllis barba jovis" e la rara "pteris vittata", nota perché segnalata quale specie in via di riduzione e scomparsa su tutto il territorio nazionale.
L'area in oggetto è interessata dalla presenza di due siti SIC, Siti di Interesse Comunitario ai sensi della Direttiva Habitat 431 921 CEE, uno relativo al fondale dell’Isola Cirella - Diamante (Codice Sito Natura 2000 lT9310037) e l’altro relativo all'isola di Cirella (Codice Sito Natura 2000 IT9310036). Il SIC Isola di Cirella (Codice Sito Natura 2000 lT9310036) è un piccolo isolotto con ampio sviluppo di scogliere e rupi marittime e raro esempio, in Calabria, di isola costiera a macchia mediterranea ben conservata. Si segnala anche qui la presenza dell'endemismo vegetale Dianthus rupicola. I fondali marini del SIC Isola Cirella- Diamante (Codice Sito Natura 2000 lT9310037) si caratterizzano per la presenza di praterie di Posidonia oceanica, ad alta biodiversità, importanti come nursery per pesci anche di interesse economico, e salvaguardia delle coste dall'erosione. Il Comune di Diamante, interessati dal Parco Riviera dei Cedri, risulta sottoposto a tutela ai sensi della legge 1497 del 26/06/1939 con D.M. 1611 1/68.
FINALITÀ DELLA PROPOSTA.
La proposta è formulata per perseguire le seguenti finalità:
a) la conservazione di specie animali e vegetali, comunità biologiche, singolarità faunistiche;
b) la tutela della biodiversità e dell'equilibrio complessivo del territorio;
c) la salvaguardia e la valorizzazione dei valori paesaggistici del territorio;
d) la fruizione turistica, culturale, didattica e ricreativa in forme compatibili con la difesa della natura e del paesaggio.
LA PROPOSTA
La gestione dello specchio d’acqua antistante e circondante l’Isola sia affidata ad un ente comunale nel cui comitato di gestione siano presenti rappresentanti di tutte le realtà produttive ad indirizzo turistico-ricettivo, della pesca e agricole, le associazioni che insistono sul territorio a tutela dell’ambiente naturale, di enti preposti a formulare proposte didattico –scientifiche per la valorizzazione delle risorse naturali.
Nell’area dovrà essere regolamentata:
a) l'attività subacquea;
b) la pesca;
c) gli ormeggi;
d) il transito dei natanti a motore.
PERIMETRAZIONE DELL’AREA
Si propone la stessa perimetrazione della legge regionale per l’istituzione del Parco Marino regionale denominato "Riviera dei Cedri" nei riguardi dell’Isola di Cirella, qui sotto riportata in scala 1:25.000.
Diamante 1 luglio 2008